a
duplice indicazione del punto di partenza della Via (Altinum e a
flumine Pado) a fronte del comune punto di arrivo (il fiume Danubio)
ha così fatto prospettare sia l'esistenza di un'unica via Claudia
Augusta che dal Danubio attraverso la Val Venosta e la Val d'Adige
arrivava a Trento e da qui con un ramo giungeva al Po e con un altro
da Trento per la Valsugana e Feltre giungeva ad Altino; sia l'esistenza
di due viae Claudiae Augustae con due percorsi diversi: una portava
dal Po al Passo di Resia lungo la Valle dell'Adige, l'altra da Altino
per Feltre, il passo di Monte Croce Comelico e la Val Pusteria giungeva
al Brennero. Tesi differente sostiene invece il Bosio pensando ad
un unico percorso da Altino al Danubio la cui maggior logicità accentra
pertanto l'attenzione sul capolinea meridionale rappresentato da
Altino e citato solo nell'iscrizione di Cesiomaggiore.
a
maggior parte degli autori riconosce il tracciato della via Claudia
Augusta da Altino, passando per la Callalta, Vascon e Lovadina fino
al Ponte della Priula in località Marcatelli sulla sinistra Piave
dove essa veniva ad unirsi a quella proveniente da Oderzo e diretta
a Trento. Dai Marcatelli molti sono stati i percorsi proposti:
l
DE BON conduce la strada verso Falzè
di Piave e poi verso il ponte di Vidor dove la Claudia Augusta ripassa
il Piave portandosi sulla sua sponda destra per giungere a Quero
e quindi a Feltre e poi a Cesiomaggiore e Belluno.
|
|
nche
il PILLA porta la strada dai Marcatelli
sulla sinistra del Piave ma per un percorso che tocca Valdobbiadene,
Guia, Guietta, la Val Federa fino a Stabie.
ALPAGO NOVELLO, che nega il percorso
per la Valle del Piave, traccia la via per il Passo di Praderadego
poi per la Val Belluna dove attraversava il Piave e da qui a Cesiomaggiore
e Feltre.
l
FRACCARO invece, pur seguendo l'Alpago,
la fa passare però per il passo di San Boldo. A questi ultimi due
studiosi si è obbiettato sia la difficoltà di praticabilità dei
percorsi date le particolari caratteristiche morfologiche che i
due passi citati presentano sia la completa mancanza di testimonianze
archeologiche a supporto.
|