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primo fine settimana di agosto di ogni anno si rinnova la tradizione
del Palio di Feltre: centinaia di figuranti organizzati dai Quartieri
Storici della Città ci riportano al 1404 quando Feltre consegnò
volontariamente le chiavi delle porte cittadine agli ambasciatori
di Venezia, in un atto di alleanza e dedizione. In questi giorni
Feltre rivive, si anima di colori e decine di migliaia di spettatori
accorrono al suono di tamburi e chiarine, sfilano cortei storici,
sventolano bandiere e gonfaloni con gli stemmi dei Casati e dei
Quartieri, tirano gli archi, corrono i cavalli, le gare si susseguono
per contendersi il drappo dipinto, simbolo del Palio di Feltre.
Le origini del palio di Feltre le troviamo nella storia tracciata
da Antonio Cambruzzi, conventuale francescano della seconda metà
del '600: "Anno nativitatis eiusdem millesimo quadrigentesimo quarto,
indictione duodecima, die quintodecimo mensis junii, ora sexta dei.".
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questa precisione il Cambruzzi racconta del giorno in cui Feltre
consegna le chiavi della città a Bartolomeo Nani, ambasciatore di
Venezia.
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15 giugno 1404, secondo il documento riportato nel volume degli
statuti municipali, fu giornata lietissima e benedetta. Feltre infatti
usciva da un periodo di guerre, pericoli, rovine e salutava l'ingresso
nella Repubblica con l'auspicio di tempi di pace e prosperità. Vettore
Muffoni, nobile feltrino, e Bartolomeo Nani siglarono con i loro
nomi l'atto di donazione spontanea che Feltre faceva per entrare
sotto la protezione della Serenissima.Racconta il Cambruzzi della
gioia dei Feltrini per la pace ritrovata e "delle feste e tripudi
popolari" che durarono giorni e giorni.
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