Santuario SS. Vittore e Corona, affresco

Feltre - percorso della sentinella sulle mura rinascimentali

messo in opera più tardi, cioè agli inizi del 47 d.C., subì delle variazioni tra cui quella del capolinea di partenza, che non fu più a flumine Pado (dal fiume Po) come nel cippo di Rablà, ma ab Altino (da Altino).
In poche parole la via Claudia Augusta (sempre citata al singolare) è in tali iscrizioni, al di là della varia titolatura dell’imperatore, chiaramente individuata ed identica sia nella denominazione, sia nei committenti (Druso, Claudio), sia nella circostanza che Druso aveva per primo “spalancato” le porte delle Alpi, sia nel fatto che il figlio, l’imperatore Claudio, l’aveva costruita con modalità definitive, sia infine nel capolinea della strada, il fiume Danubio (e non Augsburg, cioè Augusta Vindelicum, come spesso si va dicendo), mentre l’ammontare delle miglia complessive del tracciato (350, cioè chilometri 518 circa), evidente nel miliario di Cesiomaggiore, è probabilmente analogo a quello di Rablà, la cui numerazione è in parte mancante. Nettamente differente è invece il capolinea di partenza in Italia settentrionale, come abbiamo già detto.
Sul significato di queste due iscrizioni (anche per l’identica numerazione e per il tono generale dell’insieme) ormai non sembrano esservi più dubbi: si tratta di iscrizioni onorarie e celebrative, di chiaro valore ideologico-propagandistico a celebrazione della famiglia dei Claudii, ormai patroni della romanizzazione del settore alpino nord-orientale fino al Danubio, e non di veri e propri miliari.